Il borgo medioevale di Novi Velia, a sud della provincia di Salerno, diventa il cuore pulsante della musica e delle tradizioni antiche del Sud Italia, con la XXIII edizione del “Festival degli Antichi Suoni” in programma dal 31 agosto al 3 settembre.
Il Festival, nato nel 1999 da un’idea di appassionati di strumenti musicali antichi, si propone di far rivivere una tradizione millenaria radicata nella storia artistica del meridione italiano. Un’occasione unica per celebrare gli incontri dei portatori di tradizioni che si tenevano annualmente presso il Santuario della Madonna del Sacro Monte di Velia (Monte Gelbison).
L’iniziativa, organizzata dall’associazione “Nascette a Novi” presieduta da Giancarlo De Vita, gode dei patrocini del Comune di Novi Velia, del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, della Provincia di Salerno e della Comunità Montana “Gelbison & Cervati”. Direttore artistico dell’evento è il noto giornalista Ettore De Lorenzo.
In un contesto di suggestivo fascino, il “Festival degli Antichi Suoni” è l’evento imperdibile per i suonatori di zampogne, chitarre, ciaramelle, organetti, flauti e battenti provenienti da Campania, Calabria, Basilicata e Puglia. Questo appuntamento raduna, infatti, appassionati e esperti con l’obiettivo di onorare i riti e i suoni dei più amati strumenti della tradizione e della devozione del Sud Italia.
Si comincia il 31 agosto, presso l’ex convento dei Celestini, alle ore 19, con la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa. Nel corso della serata, ci sarà, un omaggio a Marcello Colasurdo, compianto cantore vesuviano di canti di devozione e molto legato al Santuario di Novi Velia, con la proiezione di un video realizzazione in occasione dell’ultima edizione del Festival. L’idea, del direttore artistico Ettore De Lorenzo e del consigliere comunale Giuseppina Speranza, è quella di istituire un Premio in memoria del maestro Colasurdo, da assegnare ad un gruppo emergente del Cilento. Già in occasione dell’edizione 2023 ci sarà un primo riconoscimento. La serata poi proseguirà con una sfilata-spettacolo del gruppo folk di Agnone del Molise, paese noto in tutto il mondo per le campane.
Per la serata inaugurale del Festival sarà presente anche Francesco Landi in arte Shamanna con il suo progetto musicale basato sulla simulazione di musica elettronica realizzata senza apparecchi elettrici né tanto meno elettronici. Sarà un’esibizione legata alle “Origini del Suono”, attraverso un sound suggestivo ed originale che manderà l’ascoltatore ad immergersi in un mondo fatto di suoni arcaici ed evocativi, fatti di versi antichi che si mescolano a suoni ossessivi e materie del nostro presente e del nostro futuro.
L’1 settembre saranno presenti suonatori spontanei della tradizione popolare, il gruppo di musica popolare cilentana “Kiepò” e l’ “Uhanema Orchestra” con il cantore pellegrino Vincenzo Romano. La serata sarà presentata dal maestro Angelo Loia.
Il 2 settembre sarà protagonista un grande interprete della tradizione musicale calabrese, Mimmo Cavallaro. A seguire I bottari di Macerata Campania con Giancarlo Paglialunga.
Il 3 settembre, infine, esibizione del trio Wum, che fonde le musiche tradizionali del Mediterraneo con quelle del Medioriente, e dei cantori di Carpino.
Gli spettacoli si svolgeranno in piazza Longobardi, con inizio alle ore 21.
Nel mezzo anche spettacoli itineranti di frescaruli, ciaramelle e zampogne, seminari di danza tradizionali e canti di devozione.
I seminari si svolgeranno, invece, presso l’ex Convento dei Celestini. L’1 settembre, alle 17.30, laboratorio di tarantelle cilentane a cura di Antonietta Santoro e Marta Guida; il 2 settembre, alle 17.30, laboratorio di tarantella montemaranese; il 3 settembre, alle 18.00, laboratorio di tarantella alla carpinese. Per info e prenotazioni: 3383093384/3275491360.
Oltre alla musica, vi è la possibilità di assaporare i prodotti della tradizione culinaria del Cilento e partecipare durante la giornata a laboratori di cucina con le donne del paese che apriranno le porte per preparare la pasta fresca in casa, la mozzarella nella mortella e tanto altro ancora. Inoltre, sarà possibile partecipare alla fiera espositiva degli antichi strumenti musicali, nel contesto dell’affascinante rievocazione storica che avviene durante il Festival, che vedrà aperti anche i principali monumenti del borgo, da poter visitare nel corso del weekend.
“Il nome stesso del Festival sottolinea il suo nobile intento: dare voce a suoni che risuonano sin dall’antichità e che hanno scandito il ritmo di vita delle genti di queste regioni, divenendo parte essenziale della loro cultura e tradizione. In questo affascinante contesto, le melodie dimenticate rivivono, le canzoni orecchiabili si intrecciano e le memorie si condividono – spiegano gli organizzatori – Gli stessi pellegrinaggi sono ancora oggi occasione di scambi culturali, un mix di ritmi, suoni, canti e balli. Diverse identità culturali che si miscelano e si uniscono in nome della devozione e della musica”.
Fonte: Antonio Vuolo